Crowdsourcing
Il valore inespresso delle tecnologie mobile e le opportunità del crowdsourcing
La rapida diffusione delle tecnologie mobili ha aperto nuove opportunità nel campo dell’ecologia, grazie al concetto di crowdsourcing. Gli smartphone moderni sono dispositivi portatili connessi a Internet, dotati di una vasta gamma di sensori che li rendono strumenti potenti per la raccolta di dati ambientali.
Capacità degli smartphone nella raccolta dati
Gli smartphone offrono agli utenti notevoli capacità computazionali e sensoriali. Tra le funzionalità standard troviamo:
- GPS (Global Positioning System): per determinare la posizione geografica precisa.
- Accesso a sistemi GIS (Geographic Information Systems): come Google Maps, per la visualizzazione e l’analisi di dati geospaziali.
- Microfoni: per la registrazione di suoni ambientali.
- Accelerometri: per rilevare movimenti e orientamenti del dispositivo.
- Fotocamere: per scattare fotografie ad alta risoluzione, leggere codici QR/barcode e registrare video.
Queste caratteristiche rendono gli smartphone strumenti ideali per la raccolta e l’analisi di dati ambientali.
Questi strumenti sono accessibili a un numero sempre maggiore di persone e un modello di sviluppo del lavoro basato sulla filosofia del “crowdsourcing”*, oggi diventa la strategia più funzionale per sfruttare al meglio tutte le potenzialità di quella community virtualmente infinita chiamata società. Questa combinazione di potenza computazionale, sensori e diffusione su larga scala degli utenti, implica che le app possano offrire un’opportunità senza precedenti per la raccolta di dati di massa da parte del pubblico, automatizzando al contempo il controllo di qualità e la gestione dei dati.
* Crowdsourcing: definizione e applicazione
Il crowdsourcing è un’attività online partecipativa in cui un individuo, un’istituzione, un’organizzazione senza scopo di lucro o un’azienda propone pubblicamente a un gruppo eterogeneo di persone, senza limiti di numero o competenza, di impegnarsi volontariamente in un’attività. Questa attività, di complessità e modularità variabile, può richiedere contributi in termini di lavoro, denaro, conoscenza e/o esperienza, ed è finalizzata a un vantaggio universale condiviso. I partecipanti possono ottenere gratificazioni economiche, riconoscimento sociale, aumento dell’autostima o sviluppo delle proprie abilità, mentre il proponente (crowdsourcer) beneficia dei contributi ricevuti, la cui forma dipende dal tipo di attività svolta.
Vantaggi del crowdsourcing nell’ecologia
L’integrazione del crowdsourcing con le tecnologie mobili offre numerosi vantaggi nel monitoraggio e nella tutela ambientale:
- Ampia copertura geografica: è possibile coinvolgere utenti da diverse regioni del mondo per segnalare problematiche ecologiche locali.
- Efficienza e rapidità nella raccolta dati: basta uno smartphone per raccogliere e trasmettere informazioni in tempo reale.
- Maggiore accuratezza dei dati: la registrazione automatica di posizione (GPS), orario e l’aggiunta di foto riducono gli errori umani e migliorano la qualità dei dati.
- Backup automatico in assenza di connessione: i dati possono essere temporaneamente memorizzati sul dispositivo e caricati su un database online non appena disponibile una connessione.
Crowdsensing: un’estensione del crowdsourcing
Il crowdsensing, o mobile crowdsensing, è una tecnica in cui un vasto gruppo di individui con dispositivi mobili dotati di sensori e capacità di calcolo (come smartphone, tablet, dispositivi indossabili) condivide collettivamente dati per misurare, mappare, analizzare o prevedere processi di interesse comune. In breve, si tratta di crowdsourcing di dati sensoriali provenienti da dispositivi mobili.
Crowdmapping: la geolocalizzazione del crowdsourcing
Il crowdmapping è una sottocategoria del crowdsourcing che combina input generati dalla collettività, come comunicazioni catturate e feed dai social media, con dati geografici per creare mappe digitali aggiornate in tempo reale. Queste mappe riflettono eventi come guerre, crisi umanitarie, crimini, elezioni o disastri naturali. La creazione avviene in modo collaborativo attraverso Internet, con informazioni inviate tramite SMS o compilazione di form online, che vengono poi aggregate su una mappa digitale.
Esempi di utilizzo del crowdmapping:
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Monitoraggio delle epidemie: Piattaforme come HealthMap raccolgono e visualizzano segnalazioni di focolai di malattie a livello globale, organizzandole per geografia, tempo e agente infettivo.
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Gestione delle crisi: Durante il terremoto di Haiti del 2010, la piattaforma Ushahidi è stata utilizzata per mappare in tempo reale oltre 3.500 eventi, inclusi incendi e persone intrappolate sotto edifici crollati.
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Mappatura delle barriere architettoniche: In Italia, la startup Kinoa ha applicato il crowdmapping per rilevare le barriere architettoniche, creando mappe che supportano la mobilità delle persone con disabilità.
Vantaggi del crowdmapping:
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Copertura geografica estesa: Consente di coinvolgere utenti da diverse regioni per segnalare problematiche ecologiche o sociali.
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Efficienza nella raccolta dati: La diffusione degli smartphone permette una raccolta rapida e accurata delle informazioni, riducendo gli errori umani grazie alla registrazione automatica di posizione, orario e altri dettagli.
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Supporto decisionale: Le mappe generate forniscono una rappresentazione visiva della diffusione geografica di un fenomeno, facilitando l’analisi e l’intervento da parte delle autorità o delle organizzazioni coinvolte.
In conclusione, il crowdmapping rappresenta un potente strumento di partecipazione collettiva, sfruttando la tecnologia mobile e la collaborazione online per affrontare sfide ambientali, sociali e umanitarie. Piattaforme come Wikilogs integrano questi concetti, offrendo una soluzione innovativa per monitorare e gestire le problematiche legate al cambiamento climatico e alla crisi ecologica.
Conclusione
L’adozione del crowdsourcing e delle tecnologie mobili rappresenta una straordinaria opportunità per coinvolgere attivamente la società nella tutela dell’ambiente. Sfruttando strumenti già ampiamente diffusi, possiamo monitorare e affrontare le sfide ecologiche con maggiore efficacia, promuovendo una partecipazione consapevole e informata dei cittadini. È il momento di utilizzare queste risorse per migliorare la qualità della nostra società e dell’ambiente in cui viviamo.
Un esempio concreto di come il crowdsourcing possa essere applicato all’ambientalismo è rappresentato da Wikilogs. Questa piattaforma sociale sfrutta il crowdsourcing per coinvolgere utenti con diverse competenze nella raccolta e condivisione di dati ambientali, promuovendo la partecipazione attiva nella tutela del territorio. Grazie a funzionalità come la geolocalizzazione e l’accesso a sistemi di informazione geografica, gli utenti possono segnalare problematiche ecologiche locali, contribuendo a una maggiore consapevolezza e azione collettiva per la salvaguardia dell’ambiente.